Gran Tour in Sicilia

La netta impressione è che per tutti, in un modo o nell’altro, sia stato un momento in cui ognuno ha sperimentato il senso del pregare insieme, in maniera un po’ diversa. Lontani dalle cose che ci confondono un po’, stimolati dalle letture della bibbia e non solo, abbiamo condiviso momenti di fraternità, di attenzione reciproca, di divertimento fatto di cose semplici, “cose dello spirito“.

E solo allo spirito poteva rivolgersi tutta la bellezza che abbiamo ammirato. Il nostro spirito oltre a tanta bellezza contemplata nelle chiese, ha potuto appassionarsi alle rappresentazioni della storia BIBLICA ammirate sulle pareti delle chiese, alle storie di vita di Santi e della loro venerazione che ha lasciato segni inequivocabili, alle storie antiche e alle loro testimonianze sempre con la bellezza come protagonista, alle storie più recenti dell’accoglienza dei migranti nell’amara verità di chi le sta vivendo.

Anche le nostre debolezze sembravano più facili da condividere

Le esperienze ogni giorno erano molte e molto stimolanti e le nostre povere anime un po’ stordite (qualche volta anche fradice) avevano bisogno di ristoro e di essere guidate. I sacerdoti sensibili e attenti ci hanno accompagnato, ci hanno fatto sentire bene. Hanno trasformato queste esperienze anche in momenti di preghiera comunitaria: momenti di contemplazione della bellezza, momenti di ringraziamento, di offerta a Dio delle nostre debolezze, momenti di ascolto della Parola, di felicità di esserci.

Una per tutte, la contemplazione dell’immagine del CRISTO Pantocratore ci ha evocato momenti profondamente intimi e personali della nostra fede, condivisi come in una risposta alla domanda evangelica “E VOI CHI DITE CHE IO SIA”.

Esperienza tanto vera quanto inaspettata

II nostro non è stato un viaggio turistico, ma un percorso del popolo di Dio fra luoghi di spiritualità, di visite di alto interesse artistico e di momenti di preghiera e meditazione. Ho vissuto questa esperienza con l’ascolto, il vedere, l’incontrare ed ho compreso come la bellezza sia la linfa vitale della nostra esistenza e, come l’arte in tutte le sue forme diventi un piccolo-grande balsamo per la nostra interiorità, ne è ristoro, ne è sollievo. “Amare l’arte è appartenere all’infinito, è un mistero che rende presente l‟invisibile”.

Molte le emozioni, ma più di tutto è stato l’ammirare la Cattedrale di Monreale capolavoro dell’arte Siciliana del Medioevo; nel suo splendore ed eleganza la grande figura del Cristo Pantocratore (Benedicente) si estende su tutta la parte absidale, il Cristo nella mano sinistra tiene il Vangelo dove si legge in latino: “Io sono la luce del mondo, chi mi segue non cammina nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”, mentre con la mano destra benedice. Ritornata nel consueto quotidiano e, così tanto appagata conservo nel cuore ogni istante di quel pellegrinaggio.

Grazie a tutti di tutto

Annalisa