La via Francigena 2020

Tra il 15 e 21 agosto, 9 ragazzi dell’UP di Villafranca, il medico Italo, don Fabio Bejato, don Fabio Lucchini con spirito avventuroso hanno intrapreso il cammino Viterbo-Roma 2020.

Partiti dalla stazione di Verona porta Nuova dopo un viaggio in treno verso Roma e successivamente verso Viterbo, è cominciata così la loro esperienza spirituale. I ragazzi sono stati accolti in ogni tappa da una coppia, Paola e Roberto, che, come per il cammino Gubbio-Assisi 2019, si è offerta di affiancarli provvedendo non solo al trasporto delle valigie ma anche alla preparazione dei pasti e a tutto ciò che verteva intorno alla pulizia degli alloggi per la notte.

Dopo una bella colazione e la lettura della preghiera del pellegrino, si camminava verso al tappa successiva. Ogni pranzo si volgeva all’aperto in un posto riparato dal sole e tra risate e racconti i ragazzi hanno avuto la possibilità di conoscersi e darsi lo spazio, troppo spesso dimenticato nella frenesia della vita quotidiana, di riflettere su alcune tematiche utili per la loro crescita personale.

Le tematiche dei 6 giorni sono state rispettivamente: dire, fare, baciare, lettera e testamento.

Nel giorno del dire, in piccoli gruppi e successivamente nel grande gruppo si sono raccontati quelli che nel corso degli anni sono stati i desideri che ciascuno si portava dentro. Si è anche ragionato sulla differenza tra bisogno e desiderio e si è ipotizzato su quelli che sono i desideri che Dio, la nostra famiglia e il nostro eventuale partner hanno per noi.

Nel giorno del fare, sono stati divisi a coppie e, camminando, hanno dovuto raccontare il loro significato di libertà con annessa immagine di riferimento, cosa limita il loro agire e cosa impedisce loro di essere liberi. Si è quindi arrivati a capire che la libertà è esser responsabili del proprio agire essendo ciascuno di noi inserito in una società connessa da legami di vario genere.

Nel primo giorno del baciare, 3 ragazzi hanno impersonato, recitando, la parte di alcune persone il cui amore era finito per ragioni specifiche. Vi era l’amore ideale, quello narcisista e quello edonista. Tramite la riflessione sull’amore si è quindi approfondita la tematica dei desideri, dei bisogni e della libertà, comprendendo quindi le caratteristiche dell’amore autentico.

Nel secondo giorno del baciare, invece divisi in piccoli gruppi ci si è raccontato un episodio di vero amore (tra fratelli, con genitori, amici, fidanzati, un insegnante..) vissuto nel passato. E si è pensato a ciò che quell’esperienza ha insegnato e ci si è chiesti se anche loro in quella situazione avrebbero o meno fatto lo stesso.

Nel giorno della lettera, è stato chiesto di scrivere una lettera a Dio nella quale ci si raccontava dicendo chi si era, cosa si era diventati, in cosa si crede… un piccolo momento di “deserto” nel quale prendersi il proprio tempo e mediante la scrittura, conversare con Dio.

Nel girono del testamento invece, riflettendo su quelle che sono le personali gioie e fatiche della vita, si doveva spiegare se ne valesse quindi la pena di vivere. È stato così affrontato il discorso sul senso della vita e quale eredità si desidera lasciare agli altri con la nostra vita.

Un cammino di tematiche intense scandito da panorami mozzafiato, avvistamenti di cinghiali e greggi di pecore, sole cocente e ruscelli da attraversare. Un’avventura che ha legato i ragazzi nelle infinite giocate a carte, nelle camerate condivise, nelle belle mangiate e nel dolore di vesciche e scarpe a pezzi. Ciascuno ha messo il suo contributo di dolcezza, forza, costanza, risate, canzoni e racconti.

Di tutto il viaggio si è girato inoltre un video-diario, nel quale si raccontava la tappa precedente, e tra foto, racconti e interviste si rendevano partecipi dell’avventura anche gli ascoltatori da casa.

Personalmente è stata una bellissima esperienza che mi ha aiutata a staccare un po’ la mente dai pensieri quotidiani per dedicarmi al cento per cento al qui ed ora. Una cosa che mi è piaciuta è che essendo il gruppo più piccolo, rispetto all’anno precedente, ci siamo affiatati molto. In esso, la presenza di una coppia sposata, che camminasse con noi ragazzi, ha dato la possibilità di vedere le tematiche da punti di vista differenti da quello nostro.

La presenza del medico Italo è stata molto positiva sia per quanto riguarda la salute dei nostri piedi, che nel corso del cammino si riempivano sempre più di vesciche, ma anche per le numerose nozioni storico artistiche che ha dispensato durante la visita dei vari monumenti di Roma.

Anche la presenza dei don Fabio è stata davvero apprezzata, ci hanno ascoltato nei nostri dubbi spirituali, ci hanno dato spunti di pensiero e con il loro carisma le giornate sono volate.

Un grande grazie però credo sia doveroso rivolgerlo a Paola e Roberto, che ci hanno fatto praticamente da genitori. Con la loro gioia e voglia di mettersi al servizio hanno reso fantastico il nostro viaggio. Cibo impeccabile e una grande umanità e curaanche per il nostro stato psico-emotivo.

Per concludere posso dire che la nostra marcia verso Roma, paragonata anche nei videodiari al viaggio di Ulisse per Itaca, è stata una lunga tappa di 130 km ricca di emozioni che ciascuno di noi porterà nel cuore e nella mente. Un piccolo ma grande cammino nel nostro lungo percorso di vita.

Lucrezia