Camposcuola 2021 a Quercianella di Livorno

Come riavvicinare gli adolescenti dopo un anno intero di relazioni a distanza, di DAD, di incontri virtuali? Come parlare loro di Relazioni con la R maiuscola?

Questa è stata la sfida lanciata ai 38 ragazzi e ragazze di prima superiore dell’Unità Pastorale di Villafranca, che hanno vissuto una settimana di camposcuola, dal 24 al 31 luglio, a Quercianella di Livorno.

Accompagnati dall’equipe educativa formata da 6 animatori provenienti dalle diverse realtà dell’UP, da Luca e Giada (vice responsabili), da don Fabio e Simone (seminarista), da 5 splendidi cuochi (Paola e Roberto, Roberta e Gianni e Maria Teresa) e il medico Italo i ragazzi si sono lanciati in questa sfida, anzi, in questa challenge.

In un cammino di una settimana che li ha guidati a partire dalle relazioni che vivono ogni giorno, a capire i tocchi che le relazioni lasciano, ad intuire il tocco di Dio nella storia dell’umanità e nella storia personale. Lasciandosi provocare ed incontrare da questo Dio, consegnandogli le proprie relazioni ferite da risanare e partendo da lui per costruire relazioni vere.

Attraverso le preghiere e il servizio, le attività e i momenti di gruppo, la spiaggia e le serate, il tempo libero e la messa quotidiana, abbiamo riscoperto le relazioni di ogni giorno e costruito relazioni nuove.

La sfida non era certamente facile, ma i ragazzi si sono buttati con entusiasmo e serietà in ogni proposta. Forse perché un anno di silenzio e di relazioni a distanza hanno mostrato il bisogno che abbiamo di concretezza. O forse più semplicemente perché in questa settimana di grazia il Signore è passato, ha seminato a piene mani nella storia dei ragazzi, si è fatto sentire, ha provocato, mostrando già i primi frutti del suo passaggio.

Ovviamente non ci è dato di sapere quale effetto daranno questi semi: quando porteranno frutto, che radici avranno, quali frutti porteranno, ma rimane la gratitudine di essere stati parte di questa piccola semina. Facendo nostre le parole della canzone del campo possiamo dire che

noi siamo col cuore aperto, e ci basta questo. Senza bisogno di altro, anche da lontano noi, ci teniamo la mano noi, ogni notte diciamo: grazie per tutta la luce; grazie per tutto l’amore.

Grazie allora al Signore per averci voluto, in questa settimana, strumento nelle sue mani.

Simone Sordo